Cosa fare?
Gli acciacchi che accompagnano da un po’ di tempo sono ormai insopportabili? Questo stato doloroso può essere causato da un recente evento, oppure derivare da una patologia cronica di un evento remoto. In entrambi i casi, nasce da una perdita della normale equlibrio e della scorretta funzione della spina dorsale, che a sua volta produce un’irritazione del sacco durale, midollo e delle radici nervose spinali e porta ad un sovraccarico delle articolazioni della colonna. Il risultato di questo processo degenerativo? Debolezza, crampi, spasmi e formazione dei trigger points ai muscoli e poi lesione alla cartilagine, ai dischi, ai legamenti e al tessuto connettivo con la sofferenza associata. Per risolvere il sintomo è necessario curare la causa.
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La cura in tre fasi
SoccorsoLa cura intensiva è la prima delle tre fasi che potrebbero essere necessari. Il numero e la frequenza delle sedute varia da persona a persona. Alcuni si sentono meglio dopo poche sedute, per altri ci vuole un po’ più di tempo. Tutto dipende da tanti fattori come età, gravità del patologia, cronicità del problema, postumi dei vecchi traumi, stile di vita, stato generale di salute. Ognuno di noi reagisce in modo diverso, quindi non scoraggiare se il vicino ha risolto lo stesso problema in sole 2 sedute e lei, dopo 5, si sente ancora qualche dolore. L'obiettivo è di risolvere quel dolore nel minor tempo possibile curando the patologia. Se è solo fuori posto, di solito il recupero è molto rapido. Se invece gli accertamenti dimostrano lesione spinale il corpo richede più cura e più tempo per recuperare. Oltre una terapia passiva è necessario. La consapevolezza della causa del problema è fondamentale per una corretta autogestione a casa, al lavoro, e nel tempo libero.
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RiabilitazioneA questo punto del percorso terapeutico, la frequenza delle visite viene ridotta (tenendo conto del tipo di problema del paziente, dell’età e del lavoro svolto). Durante questa fase, l’infiammazione è in calo e il dolore è pressoché scomparso o continua ad attenuarsi. Qui comincia il processo di guarigione con la conseguente rimarginazione dei tessuti molli danneggiati nel corso degli anni. Tuttavia, in questa fase i tessuti potrebbero essere ancora debole, anche se non ha più sensazioni dolorose. In effetti il dolore, che è l’ultimo sintomo a comparire nel processo patologico, è anche il primo ad andarsene.
Quando ci si sente meglio e il corpo risponde positivamente alle cure, spesso si è tentati di spingersi oltre i propri limiti della lesione, oppure di tornare alle stesse abitudini e modalità che già la prima volta avevano generato il problema. Il risultato è la ricomparsa del dolore, a volte anche più intenso di quando si è intrapresa la cura. Che cosa è successo? La ricaduta. |
MantenimentoBasta autolesionarsi. Il peggior trauma è la trascuratezza. L'obiettivo non è quello di farvi dipendente, ma più possibile indipendente. Spesso si confonde i'essere liberi dal dolore con la fine della cura. Inoltre, non sempre é possibile eliminare tutte le cause che hanno contribuito alla formazione della patologia. Qualche struttura può ad esempio risultare danneggiata in modo irreversibile (per la perdita di lordosi cervicale, artrosi, discopatia, bulging, protrusione o ernia del disco, spondilolisi, spondilolistesi,
scoliosi, pregressi interventi chirurgici, ecc.) e bisogna tenere in considerazione uso quotidiano posturale e il processo naturale di invecchiamento. Dobbiamo pensare alla nostra colonna nello stesso modo in cui pensiamo ai nostro denti o alla nostra auto, comprendiamo quanto sia cruciale mantenere una funzionalità ottimale della colonna vertabrale e del sistema nervoso sottoponendoci a controlli periodici. |